Per Omar Gall, Non sorridono mai
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Non sorridono mai, perse o forse
viaggiatrici
di un loro interiore
e futuro Quattrocento, nell’inquieto
mutamento tra il cielo e il cuore
migrazioni di sguardi, visi di donne nelle mani
di un pittore –
non perdono mai la luce,
la trattengono da ogni possibile
fulgore,
niente sorriso, niente lampo
nell’indeciso velarsi delle ore
e nei movimenti delle stelle.
Non cercano mai altro da quello
che sono, figure
di figure, parlano una lingua
di segreta obbedienza, e una alta,
sfuggente, sentenza le tiene -
quale bene, Omar delle visioni, quale
bene…