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Roma capitale della poesia italiana?

In che verso va il mondo (Sole 24 Ore)

Roma capitale della poesia italiana?

Roma capitale della poesia italiana ? Domanda provocatoria di ‘sti tempi, essendo poi nel Novecento più o meno recente assodato –come lamento o luogo comune- che la poesia stava più in salute dove l’editoria la chiama e la offre, perlopiù Milano, mentre a Roma, tra fantasmi antichi e voci sperdute del secolo passato, lei se ne stava come un gatto del colosseo, arraggiandosi tra grandi rovine e poca trippa. Luogo comune infido nutrito pure dal fatto che i grandi “romani” del Novecento romani non sono, da Pasolini a Caproni, a Bertolucci. Ma la realtà è più forte dei luoghi comuni e questa settimana è Roma la capitale: per il libro di Claudio Damiani, “Poesie” per Fazi e addirittura per due feste d’editore dedicate all’arte più misteriosamente festosa. L’esser capitale, certo, non dipende dalle feste ma da certe presenze. Alcune nel passato, come di lei, la luminosa, la migliore: Giovanna Sicari, e prima Bellezza, Salvia, Rosselli e ora d’altri. Viene da Orazio o è Pascoli che dietro a lui brinda ? Rivivono qui gli sguardi risucchiati nel tempo di antichi poeti cinesi ? Questo si chiedono i critici leggendo l’antologia di Damiani e gli inediti in coda. Il lettore invece che non è occhiuto ma ha il cuore in subbuglio trova parole chiare di vento e di pazienza. Versi che si mettono accanto alla vita, come amici. Un poeta che si accosta, non grida, non si esibisce. Non punta sull’arguzia o sul patema ma sul profondo. Una delle qualità più forti di questa poesia è la sua natura dialogante. Che non significa “accomodante”, essendo invece d’umiltà dura e sferzante nella scoperta di vitali certezze contro ogni ideologia e nichilismo. Bensì viva in dialoghi –coi figli, con gli studenti, con il lettore. A riaffermare, appunto, che la poesia quando anche si fa oscurato sillabare è sempre un certo livello del dialogo tra gli uomini di fronte al destino, non il soliloquio di invasati esibizionisti. Senza quel “certo livello” ogni capitale e ogni civiltà divengono solo folla di fantasmi, ombre di chiacchiericcio e potere. Fazi dunque domani festeggia il bel libro di Claudio e fa bene. E tra pochi giorni fa festa a Roma anche Nottetempo che ha riproposto il tostissimo Daniele Mencarelli e altri grazie al lavoro di Silvia Bre. Brinderemo con occhi di fuoco e smeraldo.