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Suite per Irene

Teatro

Suite per Irene

I

Irene s'è uccisa a tredici
anni. Ha scelto
per il suo volo di morire
lo stesso giorno di Cobain.
Sua madre mi dice:
proprio ora, stava per fiorire.
E altri stormi di parole
la traversano in molte direzioni.

Io dico solo: non l'hai
perduta, il mai non l'ha
rubata,
è Irene
nel mistero, i suoi
pochi tredici anni
sventagliati nel puro vero.
E: vedrai
la croce ora dentro alle tue mani
che non ne sapevano niente.


II

Pagherete per Irene
pagherete caro, dico non so bene
a quale dei fantasmi onnipresenti,
video-petulanti, ai maestri quasi tutti
orrendi
nella retorica che si son cuciti
di artisti o presidenti.
Su di lei
in lei, chi ha fatto pasto ?
molto è per sempre
nascosto, ma una favilla
di fuoco
deve bruciare sugli occhi
di chi fa del nero inoculato ai ragazzini
la propria spettrale,
ricca professione.

Nei giorni del primo
sangue, della prima rosa, dei primi
pensieri che seguono l'arco
dei cieli, nei giorni della clamorosa
scoperta d'essere nell'universo, cosa
offrite, cosa?
Videogame e oblìo
orbite vuote di cantanti, il becco
degli spot, i fiori persi
delle paure
e coccole e un dio
banali come scrupoli - -

pagherete per Irene, per la corona
di spine
che le avete posato sui capelli.

III


Ha raccolto i tuoi anni in una fascina
li ha alzati su uno dei vasi più belli

di vetro spesso, luminoso

dove li tocca sempre il vento
e si vede l'azzurro della collina.

Il tuo angelo custode aveva gli occhi sbalorditi
e gli altri angeli a doverlo consolare.

Vorrebbe aver lui colpa di tutto
ma gli altri uniti: se Dio toglie

la libertà, la vita è
solo immalinconire.

Irene, dolce fascina,
passando per il terribile

hai trovato la fiamma
chiara dell'invisibile.

E la alimenti, la presenti
correndo lungo i nostri muri.

Dammi le chiavi della solitudine
per entrare nella sua ultima parte
- ne tocco le porte
da giorni con le mani

e una voce le ritira
sempre più nel buio

sono schiene
di belle signore sotto poca
luce
lepri o altre
prede
alzate nella penombra

quella fortezza è un aprile chiudendo i miei occhi

le bianche guardie
addormentate alzano appena il ciglio
al mio passaggio

- Signore delle solitudini in corridoio
della sigaretta fumata con un estraneo

vieni dentro le notti fredde

ti vedo, sei in questi pub
deserti dove la musica
pulsa e sotto la luce vuota
la stanza dilata
dove o ti siedi
con me, o ti siedi
con me o non esisti, svanendo insieme
alla schiuma della birra
e al tuo nome che dicono invano di Dio

***