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Rabbia e libertà sono scritte sui corpi, Sole 24 ore, 04.03.2011

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Rabbia e libertà sono scritte sui corpi, Sole 24 ore, 04.03.2011

Ingiubbottati. Atletici. Frementi. Così abbiamo visto i corpi dei giovani rivoltosi del Nordafrica. I corpi sono più eloquenti di tante parole. Di tanti slogan. Li abbiamo visti con giubbotti da Italia anni 70, a volte 60 o al massimo 80. Insomma corpi in controtempo, se il tempo fosse solo quello che decidiamo, che viviamo noi. O come se il tempo fosse quello dei corpi dei nostri ragazzi abbigliati all'anno 2011.
La retorica del corpo è - in amore ma anche in politica - più eloquente spesso delle parole. In tv li abbiamo visti, questi corpi conosciuti e sconosciuti.

Come li vediamo da decenni assieparsi sulle banchine degli scampati naufragi, o per le nostre vie. Corpi che incutono timore, per la loro "diversità" ma soprattutto per una specie di forza a noi nota e però anche sconosciuta che ci affascina. Già ne era affascinato Pasolini, e altri ne hanno scritto. Ma è come se ora il timore dell'orda dei corpi diversi avesse fatto spalancare i nostri occhi. E forse possiamo vedere la differenza corporale, tra i nostri corpi - o quelli dei nostri ragazzi, spesso naufragati in vestiti chic, in cure estetiche, in riflessi video, in modelli vacui - e questi corpi che arrivano. Anch'essi certo vivono tutte le influenze del sistema mediatico mondiale. Fa effetto vedere l'atletico corpo maghrebino, inguainato in un giubbotto finto americano tipo Fonzie e con gli occhiali alla Michael Jackson inneggiare alla libertà. La moda deforma. Ma sotto a queste maschere, quei corpi ci si offrono forti di una speciale "presenza".

Mentre da noi, per via virtuale, per via di film che scompongono gli esseri in immagini o per via di mode vampiresche più o meno romantiche, sembra che i corpi vengano meno, si facciano diafani, impalpabili, dall'Africa arrivano il loro sudore, le vene del collo gonfie, le giubbe, le mani, le barbe, i capelli nerissimi. Il fermento. La fisica occupazione. Lo stare. La resistenza del corpo, nelle piazze, sulle barche, sulle banchine.
La rivolta si è sviluppata da un corpo bruciato. Noi abbiamo discusso per anni sul corpo occultato di Eluana, abbiamo in questi giorni pianto il corpo svanito così vicino agli occhi di Yara. I nostri corpi svaniscono dietro "amicizie" chieste online. Questi corpi arrivano, in tumulto, in disordine. Affamati. Forse i corpi forti che stanno arrivando ci sovrasteranno. E si troveranno - come già fanno tante badanti - ad alleviare i nostri corpi indeboliti. L'incontro tra civiltà avviene nel corpo. Francesco, il santo, e tanti altre figure luminose della carità cristiana e della pietà, come quell'omone ex militare che era san Camillo de Lellis, gigante del bene, o Madre Teresa si sono sempre piegati sui corpi. Di qualsiasi razza. Hanno reso gloria al corpo. Come d'altra parte fece Michelangelo. O come fecero i nostri delicati minori del Trecento, del Quattrocento. E come han fatto - nonostante troppe concettualizzazioni e sfregi - tanti artisti recenti.