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Poesie

Le parole accese, estratti

Ode al gelato 

 
Il gelato è la più bella
invenzione del mondo
dopo la mamma e il babbo
il fratello e la sorella
e considerati anche i parenti
vien dopo solo alla nutella.
 
Mi sento più ricco d’un nababbo,
un cono lo slurpo in un secondo
o me lo gusto piano piano
come fossi un gran sultano.
 
Datemi un gelato e sarò ricco
nel cioccolato mi ci ficco
come sarebbero belli tutti gli umani
coi grandi gelati tra le mani.
 
E provo un orgoglio profondo
perché il gelato in tutto il mondo
lo han portato gli italiani!
 
 
 
 
Autobus
 
 
L’autobus è come il mondo.
Non sai mai chi sale o chi scende
chi ti trovi accanto, se ti saluta
contento o tutto scocciato…
 
A volte è faticoso trovare un posto adeguato,
è bello cederlo a chi dal bisogno è segnato.
 
Se non hai nel cuore il senso d’avventura
ogni viaggio è una noia o può fare paura.
Ma se hai gli amici giusti vicino
in autobus arriveresti fino a Pechino…
 

 
 
Il telefonino
  
 
E’ un aggeggio meraviglioso
che fa stare più vicini anche gli amici
che son lontani.
 
Ma può esser fastidioso
come un cugino
se diventi schiavo
del telefonino.
 
Ci sono di quelli, poveri fessi,
che spendono gran denaro
per aver  il modello più raro
per giocarci come cretini.
 
Se tu vedessi come stan chini
bimbi adulti o ragazzini,
sembrano scimmie ammaestrate
nel digitare tutte rapite.
 
Se usato con testa vuota
è un aggeggio che ti fa più idiota.
Ma se usato con testa piena
è utile al lavoro, a una vita
più serena.
 
 

 
Il treno
 
 
Il treno mi piace,
      sarei capace
di prenderne cento
tra tutta la gente
come in un vento.
 
Il treno mi garba
dovunque si vada
non è una barba
tutti in fila tutti lenti
come l’autostrada.
 
Puoi ascoltare le chiacchiere
suonare (ma piano) le nacchere
fare un pisolino
guardare il panorama
conoscere il vicino.
 
Il treno mi sconfìnfera
non è mica soporifera
la vita nei vagoni,
di cose buffe
se ne sentono milioni.
 
Se pensi che la vita sia noiosa
                                             fai una cosa:
sali su un treno per dovunque
scoprirai com’è ricco
un giorno qualunque…
 
 
 
 
La patata lessa
 
 
La patata lessa
molte volte
si sente fessa
 
si sente proprio disgraziata,
che disdetta essere ‘sto tipo di patata...
 
Non si vedi mai al cinema in bocca alle stelle,
e nessuno ai ristoranti di lusso
che grida: “garcon, patate lesse,
le migliori, le voglio belle!”.
 
Anzi le pare che se l’avessero fritta
sarebbe stata meno derelitta.
Di patatine ce ne sono tante
con sacchetti colorati, suono croccante.
 
Ma un giorno da una finestra una vecchina
la chiamo’ con dolce vocettina.
Disse: patata, patatella,
sai che è così bello averti tutta per me
 
la sera cogli spinaci, o in puré.
Ti posso mangiare sempre
senza timore di star male,
di te mi posso fidare, sai perché ?
 
Non c’è niente di più semplice
e saporito come te.
Ti si può accompagnare
con maionese e ogni sugo che mi va
 
col formaggio e con il pesce,
con il bollito o il lesso misto.
Il mangiatore di patate
è uno che ha largo il gusto,
non è mai un figuro tristo




LE OPERE E I GIORNI

 
 
La partita

 
Quando viene il momento che si deve
scendere in campo, non conta se c’è neve
o pioggia o vento punge i polpacci:
 
giocar si deve, con arsura o ghiacci.
 
Il momento della partita
è bello come la vita.
C’è qualcosa di conquistare
per cui vale la pena di lottare.
 
E c’è il rispetto per l’avversario
il cuore unito con i compagni:
il sacrificio di corsa e salti
si fa per questo bel gusto vario.
 
Si riempiono immaginari spalti,
vogliono che la partita ti esalti,
gridano il tuo nome, suonano sirene:
anche se perdi vinci, se giochi bene.
 
La differenza non è
tra vincitori e vinti,
ma tra chi che tira la vita
la partita,
 
e quelli che danno l’anima,
                                      e giocano convinti.
 
 
 
Il gatto tra le foglie
 
 
Il micio tra il fogliame è un re
nel suo reame.
 
Ha il silenzio di un leone
anche se fissa come preda
un povero piccione.
 
Lo guarda solamente, non gli passa
neanche per la mente
di papparselo davvero.
 
Il piccione è un suo amico,
e perdipiù sincero,
ma che per giocare
non si fa mai pregare.
 
Si scagazza
se c’è da scagazzare,
 si tuba
se c’è da tubare, e se
c’è da fare un giro in piazza,
il piccione si mette a volare
e il gatto il cielo a guardare.
 
Non c’è competizione
anche se son così diversi
il gatto che somiglia a un leone
e il suo amico piccione
che somiglia ad un piccione



Quando i fratelli
 
 
Quando i fratelli scocciano
quando i merli fischiano
e quando le nubi corrono
i temporali arrivano
gli steli d’erba piegano
 
è il momento di andare in cortile
un attimo, un attimo soltanto
prima che la pioggia scenda
per sentire l’elettricità dell’aria
 
e come i colori si accendono
e come i ciclisti si affrettano.
e il cielo che i suoi colori varia…
 
Poi se è ora di rientrare
prepararsi un po’ di the
e chiamare i fratelli a giocare.
e sentire tutta la vita che c’è.
 
Diventare grandi è un bel mistero.
Il cuore va curato, che non diventi
più amaro, ma si faccia più gentile,
e anche nei temporali vero.
 
 

Il segno di croce
 
 
Che sia fatto di mattina o quando il giorno
cala, da una persona forte o da un corpo
nella penombra che si ammala
 
che sia tracciato lentamente
e forse anche all’inverso
da un bambino che lo impara
o veloce anche se contiene
l’universo
 
è il segno della croce, quel che tocca 
la fronte dove sta il pensiero
le spalle per portar la vita
e il petto dove il cuor rintocca -
 
il segno semplice del mistero
la croce di Gesù che si offrì ai voli
del cielo,
 
e il nome del Padre
che non ci lascia mai da soli
 
 
 
L’amicizia
 
 
Non sai nemmeno come dirla,
non si riesce a dipingere
o a ritrarla.
 
Inutile che ti metti a spingere,
non vengon le parole
e nemmeno la punteggiatura.
 
E’ quella forza bella, sicura
che viene come nella nebbia il sole.
 
Non sopporta avverbi ed aggettivi,
l’amicizia ha solo nomi propri
 
e soprannomi e occhi vivi.
 
 

 
 
MOMENTI E LUOGHI
 
 
 
La mia città
 
 
La mia città è come una persona,
un po’ la conosco e un po’ la ignoro,
ha lati misteriosi la sua storia,
fatta di fatica e oro.
 
Le sue vie larghe o strette,
i monumenti, le chiese,
i palazzi o le casette
sono come l’espressione
del viso delle persone.
 
Com’è bello girarla
scoprirla nei suoi angoli,
impararla nei suoi vicoli.
 
Chissà che cosa sogna
la mia città…
Nel petto un cuore ha,
e sotto il cielo la sua vita
come un grande fiume va…
 
 
 
Giorno ventoso sulla spiaggia
 
 
E’ bello e tremendo
quando corre velore
il mare
fuori dalle nostre città
come uno che ha
altri pensieri
 
e corre, corre e va
 
nel vento chiaro del mattino
è tuono, onda, chiuma
e andare andare andare…
 
                                        Ma dove va,
cosa pensa
il mare ?
               E’ come l’anima mia
che cerca inquieta l’aria
nell’aria, nella luce
la luce, nell’amore l’amore