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Con il mento appoggiato sulle braccia. Note sull’«Inno alla Vergine» di san Bernardo

Con il mento appoggiato sulle braccia. Note sull’«Inno alla Vergine» di san Bernardo

«Paradiso», canto XXXIII, 1-39

 

Vergine Madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

termine fisso d’etterno consiglio, 3

   tu se’ colei che l’umana natura

nobilitasti sì, che ’l suo fattore

non disdegnò di farsi sua fattura. 6

   Nel ventre tuo si raccese l’amore,

per lo cui caldo ne l’etterna pace

così è germinato questo fiore. 9

   Qui se’ a noi meridiana face

di caritate, e giuso, intra’ mortali,

se’ di speranza fontana vivace. 12

   Donna, se’ tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia e a te non ricorre

sua disianza vuol volar sanz’ali. 15

   La tua benignità non pur soccorre

a chi domanda, ma molte fiate

liberamente al dimandar precorre. 18

   In te misericordia, in te pietate,

in te magnificenza, in te s’aduna

quantunque in creatura è di bontate. 21

   Or questi, che da l’infima lacuna

de l’universo infin qui ha vedute

le vite spiritali ad una ad una, 24

   supplica a te, per grazia, di virtute

tanto, che possa con li occhi levarsi

più alto verso l’ultima salute. 27

   E io, che mai per mio veder non arsi

più ch’i’ fo per lo suo, tutti miei prieghi

ti porgo, e priego che non sieno scarsi, 30

   perché tu ogne nube li disleghi

di sua mortalità co’ prieghi tuoi,

sì che ’l sommo piacer li si dispieghi. 33

   Ancor ti priego, regina, che puoi

ciò che tu vuoli, che conservi sani,

dopo tanto veder, li affetti suoi. 36

   Vinca tua guardia i movimenti umani:

vedi Beatrice con quanti beati

per li miei prieghi ti chiudon le mani! 39