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Poesie

Tango del sorriso

Foglia, o dolce luminosa
spada,
bosco, o di luce prodigiosa
rada

chiaro riso dell’onda da chissà dove
risale -

quando sorridi amore nella danza che ci unisce
e separa
nel giro così corpo a corpo che l’anima
prepara

non vedo più la morte sbattere tutte le sue mille
porte, non vedo nei giorni
il cielo allontanarsi con le mongolfiere

ma vedo tutti i possibili ritorni, quando ridi
luce che in un giro di tango t’incidi

e la resurrezione che inizia
tra il mio respiro
e il tuo.

Tango sottovoce II

Tienimi. Mentre il mondo passa
urlando.

Mentre i i fiori silenziosi
si chiudono
e si affacciano le stelle.

Mentre milioni di pittori angelici
preparano l’alba. E le
vetrine si accendono sui viali
trafficati, mentre gli uomini
si svegliano al loro posto
o altrove e i leggerissimi i tir
svaniscono come ultime ombre
azzurre sulle autostrade, mentre

Lisbona guarda New York
e il cerbiatto guarda timoroso la radura,
mentre molti godono e ballano,
le luci del porto feriscono
e le stazioni ci inghiottono
e i portici ci disegnano, mentre
molti piangono e cercano
come rialzare lo sguardo, tienimi

mentre va in scena il mondo
tremendamente
e il cielo segretamente lo tiene…

Tango di Borgonovo*

Dici: ogni mattina devo atterrare piano
dal sonno dove sono un altro alle mani
che mi legano ancora un giorno nel letto, ogni
mattina mi devo ricordare chi sono…

e dove ha rallentato, poi si è fermata la corsa
a perdifiato, dopo il goal o cosa era
che mi ha portato fin qui dove nulla
si  muove di me e la lastra dei giorni

incido con gli occhi…

                      Mia moglie
ha nome francese e sa graffiare
mi sta guardando diminuire ma io nel suo sguardo
divento invincibile
e ogni stadio di fantasmi posso ancora
attraversare.
            Mi chiamo
come un capitano medievale,
Borgonovo giocatore di pallone
ma ora i campioni miei compagni
che sul campo correvo ad abbracciare
si fermano ragazzi, dolci ed eleganti sulla porta
e non sanno cosa dire.

Cosa dire l’ho imparato io, notte
a notte come un bimbo
impaurito tra i lupi, guardando
con gli occhi sbarrati nel silenzio
la bocca di Dio
che soffia e fa suonare i boschi, disegna
le nubi, e nei deserti fa battere le pietre,
schianta pianeti nel niente, e fa
un nuovo tifo per me.

Ma ho un sogno, dici. Una mattina alzarmi
e andare - non molto lontano, di là
nella stanza delle mie figlie:
poterle io, solo una volta, svegliare…  



*Stefano Borgonovo, campione di calcio di serie A e della nazionale italiana, è stato colpito da Sla a fine carriera.

Tango sottovoce I

Quando l’Italia diventa tropicale, e le pietre
bagnate splendono nel sole dei temporali,
i capelli delle ragazze sembrano dipinti
sulle fronti e i vestiti felici d’acqua,
quando si rompono le nubi del cuore e dei cieli
cantando,
e non funziona il governo,
i bus rallentano, non funziona più
il tempo ma solo
la pioggia e i segni dell’eterno
            e le rondini, le rondini
attendono negli antichi muri forati
come i baci nel cuore, quando
le piogge illuminano d’argento le piazze
e tu esci con l’ombrello di carta di giornale –

vederti è vivere e morire, è
tutto quel che devo fare
nei giorni di vita o come chiamare
questa festa dolorosa e confidente,
vederti mentre gesticoli al telefono davanti
a una delle belle facciate
di una città italiana che preziosa, rara
sta rischiando di svanire –
                           vedi come il cielo rischiara  
e le rondini volano esatte
ed impazzite di luce –
                tienimi
quando viene la notte
di tutte le notti
e con gli occhi feriti di dura
bambinesca gioia
si cerca il giorno nel giorno –
                     non ho paura
della tua bellezza
che interamente mi brucerà,
del suo cenno regale
che in me diventa temporale
e alberi, sospensione di canti, città…




A M. luglio 2009.

Tango dell

Ballo lentamente con le tue ombre,

non respiro,

vengono da tutti gli angoli della stanza
e da tutti gli angoli del mondo, un giro
solo con ognuna di loro
e piango e ammiro
il tuo volto che velato mi portano
via…

Tango dell’anima mia che ride
anche se più non ti vede
e cede in ginocchio all’andamento
così lento, così lento
del ballo che disegno da solo…

O non è solitudine la luce che in silenzio
deflagra bianchissima e cieca,
non fa l’anima agra, la invita
estrema ala di angeli fuggitivi
nel tuo sguardo la invita a essere
anima ancora,

pazientissima e incendiata, anima
sempre, aurora