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Venezia, Arte

In che verso va il mondo (Sole 24 Ore)

Venezia, Arte

Venezia, arte. E polemiche, vanità. Gli eventi artistici assomigliano maledettamente a come siamo fatti noi uomini. Da un lato ricerca del’essenziale, tensione all’invisibile attraverso tutte le possibilità del visibile. E dall’altro scialo, misero scialo del talento, del tempo, dell’energia e dei quattrini. Scialo dell’arte medesima, nel momento in cui la si vorrebbe onorare. L’arte presenta lo stesso rischio della vita, lo manifesta. E allora tutti a Venezia, sì, ma con gli occhi di Pound. Che vedeva nella bellezza della città sulle acque un motivo prodigioso di stupore.  “Quale grande gesto di bontà abbiamo fatto in passato/ e dimenticato/che Tu ci doni questa meraviglia/ o Dio delle acque ? // O Dio della notte, / quale grande dolore viene verso di noi/ che tu ce ne compensi così prima del tempo?” La bellezza quando accade –in un’opera d’arte, in una donna, in una città- fa pensare a una specie di miracolo. A qualcosa di immeritato. Spesso invece promuoviamo l’arte che pensiamo di meritarci –adeguata ai gusti, all’intelligenza o alla cosiddetta cultura che spesso non è che una serie di luoghi comuni di moda. E dunque nessuno stupore, raro qualche divertimento isterilito. Ma Venezia forse può offrirci ancora il suo miracolo. La poesia collabora a questa dismisura. Lei, più povera e inafferrabile delle arti, senza mercato né mode sarà presente in Biennale anche grazie alla istallazione “Stato poetico” di Marco Nereo Rotelli coordinata da Elena Lombardi che s’inaugura il 1 giugno: un omaggio di luci e letture di alcuni poeti a Palazzo Ducale. Poi grandi libri di pietra disseminati con i versi di una ventina dei migliori poeti contemporanei italiani. Pietre miliari come un tempo lungo le strade a segnare la direzione. Rotelli continua così il suo lungo peregrinare, curioso e febbrile, con le voci dei poeti creanti –attraverso le sue mani- movimenti della luce e delle materie: da Noto a Mantova, passando per grandi cave di Carrara e altri luoghi eloquenti del mondo. Offre la poesia come chiave, scandalosa e umile, per comprendere i luoghi, e dunque anche una biennale d’arte e la Venezia che la ospita. Per vivere l’occasione con vere aperture e ferite, con nuova disposizione al miracolo.