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Ciò che ti solleva ti può abbattere

In che verso va il mondo (Sole 24 Ore)

Ciò che ti solleva ti può abbattere

“Lo hai sempre saputo/ ciò che ti solleva ti può abbattere./ Sei arrivato fin qui per sentirti così a terra.”. Questi tre versi di Stephen Dunn poeta nato a New York City andrebbero distribuiti nelle nostre case. E soprattutto ora ai grandi ministri o banchieri, ai capi della finanza o ai capi dei governi che stanno cercando di lottare con la crisi. Mentre i povericristi perdono i posti di lavoro, o non ne trovano per niente, in molte stanze dove ci sono seggi eletti democraticamente ma anche in altre stanze dove seggi elettivi non ci sono, si stanno decidendo i destini di monete e provvedimenti a riguardo di lavoro, investimenti etc. Se quei tre versi di Dunn fossero stati incisi sulla grande entrata delle Borse di New York o Tokio, o sui salvaschermo dei p.c. dei loro uffici come un antico monito, avremmo avuto forse dei giocatori meno ottusi nella loro euforia, meno bastardi nella loro irresponsabilità. Sono versi tratti da un libro malinconico e bello, “Ore diverse” edito in Italia da Del Vecchio, la piccola e vivace casa di Roma-Bracciano. Dunn vinse il Pulitzer nel 2001 con queste poesie a metà tra la voce di un Raymond Carver e di un Mark Strand, velate di disincanto e attente alle improvvise accensioni della vita. “Ciò che ti solleva ti può abbattere” è un verso che suona come una massima, echeggiando la forza di un salmo o di una sentenza cumana. Vale per i soldi, per il sesso e per molto altro. Forse solo l’amicizia, la forma d’amore semplice e incalcolabile, sfugge a tale natura di onda. L’amicizia autentica non solleva e poi abbatte, ma sostiene e abbraccia in ogni momento. Pure questo lo abbiamo “sempre saputo”. Perciò la solitudine che regna con mille travestimenti rende la nostra epoca di crisi ancora più guasta. E la febbrile, ingenua ricerca di amicizia che vediamo intorno è uno spettacolo che fa venire le lacrime di luce negli occhi.