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Ci sono i libri da spiaggia

In che verso va il mondo (Sole 24 Ore)

Ci sono i libri da spiaggia

Ci sono i libri da spiaggia. Nel senso di libri che intrattengono. Stampati su carta dozzinale, resistono il tempo necessario all’aria, alla salsedine, a qualche spruzzo E alla compagnia di creme solari, teli da bagno, salvagenti. Ed è normale, giusto che ci siano. Libri da consumare. E poi ci sono i libri incanto. I libri, potremmo dire, ultima spiaggia. Nel senso di oggetti estremi, di bellezza violenta e sacrosanta. Libri custodia in questo tempo dello smarrito. In controtendenza rispetto allo scialo di parole che si compie continuamente, ossessivamente su ogni genere di supporto, cartaceo o impalpabile. Sono libri che non si consumano, che non scialano. Stampati al torchio, illustrati a mano, rilegature sognanti. Libri che nascono in mani artigiane di maghi o di fate. Stampati su carte dai nomi favolosi. Gli editori di questi libri da ultima spiaggia accettano il confronto con ogni genere di sviluppo tecnologico o di consumo riaffermando con allegra sventatezza e con rigore monacale la natura preziosa del libro. La quale sta non tanto nei pregiati materiali o nella eleganza, ma nella cura, nel tempo dedicato con amore all’oggetto che custodisce e tramanda le parole. Certe parole. Come la straordinaria Commedia edita da “unaluna” esposta a Gubbio: “viaggio sensoriale ideato da Alessandro Sartori”. Si ammira nel Palazzo Ducale fino al 30 settembre il poema in esemplare unico con gli interventi artistici raffinati di Cecco Buonanotte. Ora “unaluna” mette la sua cura anche in libri-creazione di poesia contemporanea, iniziando con Anna Buoninsegni: “legione sterminata/siamo/ vespaio celeste/ nel petto delle stelle/ amanti folgorati”. In Italia per fortuna ce ne sono di questi splendidi editori matti, come Alberto Carsiraghy di Pulcinoelefante o Elisabetta, Daniela e Armando di Lithos a Como. Anche loro sono il nostro incantato “vespaio celeste”.